Riapertura dei pubblici esercizi in Trentino, un sondaggio per rilevare la situazione attuale
Il sondaggio
L’Associazione, dopo due settimane dalla riapertura dei pubblici esercizi, ha proposto a livello provinciale ai propri associati un sondaggio per comprendere la situazione attuale.
Durante i mesi di lockdown il 90% dei pubblici esercizi intervistati ha dichiarato di non aver effettuato il servizio di consegna a domicilio, chi invece ha attivato il servizio di consegna a domicilio afferma che lo manterrà attivo anche nei prossimi mesi.
Leggermente diverso il trend per il servizio di asporto dove il 40% dei pubblici esercizi intervistati ha dichiarato di aver provveduto ad effettuare il servizio di asporto e che tale servizio verrà mantenuto attivo.
I pubblici esercizi hanno potuto riprendere la loro attività dal 18 maggio e più del 90% ha confermato di aver riaperto, rimane però un 10% che dichiara di voler aspettare a riaprire.
Abbiamo chiesto agli imprenditori come valutassero le linee guida per la gestione del Covid-19 definite dalla Provincia Autonoma di Trento per la riapertura dei locali e il 47,5% ha dichiarato che tali linee guida siano “il meglio che si poteva ottenere, vista la situazione di emergenza”; un 31,3% le trova ragionevoli ma di difficile applicazione e il restante 21,2% le percepisce come complicate da capire e da attuare nella propria attività.
Dalla riapertura dei locali però gli esercenti non hanno visto l’afflusso di clientela che si aspettavano, il 60,5% dichiara che i propri clienti abituali non sono ancora tornati a consumare, il 39,5% invece ha rivisto i clienti affezionati. Secondo gli intervistati i clienti non sono ancora tornati a consumare nei loro locali sostanzialmente per due motivi: per paura del virus e per le disposizioni di distanziamento sociale.
Notiamo comunque una risposta molto positiva da parte dei cittadini i quali sono molto ligi alle disposizioni provinciali tanto che l’88% dei gestori di locali vede i propri clienti seguire le indicazioni: indossano la mascherina, stanno distanziati tra loro e utilizzano gel disinfettante; solo il 12% nota qualche disattenzione.
È forte la preoccupazione degli esercenti di un’eventuale adozione da parte delle autorità di provvedimenti restrittivi per arginare/evitare la cosiddetta “movida”; il 65% ha questo timore: se dovesse succedere comporterebbe un ulteriore significativo calo di fatturato già largamente penalizzato dalle attuali disposizioni.
La Provincia Autonoma di Trento ha approvato i criteri per l’approvazione dei finanziamenti da concedere alle attività economiche #RipartiTrentino, però solo il 55% degli intervistati conferma di voler presentare la domanda, il restante 45% o non presenterà la domanda o sta ancora valutando se farlo. Comunque il 31,2% ritiene siano esigui gli importi stanziati per gli aiuti alle imprese, il 46,5% li ritiene sì esigui ma comunque di aiuto alle imprese e il 22,4% li ritiene congrui vista la situazione di emergenza.
«Riaprire i nostri locali era assolutamente necessario – dichiara la vice presidente dell’Associazione dei Pubblici Esercizi del Trentino Fabia Roman – dopo quasi tre mesi di chiusura senza incassi. Abbiamo lavorato a stretto contatto con le istituzioni e gli organi sanitari per delineare le disposizioni necessarie che ci permettessero di ripartire garantendo sicurezza ai nostri clienti e collaboratori e ci siamo prontamente adeguati per attuarle al meglio. Voglio ringraziare tutti i nostri associati per aver risposto positivamente e con grande spirito di collaborazione. Abbiamo stretto i denti nei mesi di chiusura forzata e continuiamo a stringerli anche ora perché il lavoro è ripartito sì ma molto lentamente»
«Ora però chiediamo una risposta concreta al governo provinciale e, attraverso la nostra federazione nazionale (FIPE) alla politica nazionale, abbiamo bisogno di sostegni concreti: liquidità a fondo perduto, azzeramento delle imposte per i mesi di chiusura totale e un facile accesso al credito. Noi abbiamo seguito immediatamente e scrupolosamente ogni disposizione, chiediamo risposte altrettanto veloci. Ho timore che molti pubblici esercizi a fine anno saranno costretti a chiudere la propria attività se non supportati velocemente e in modo consistente.»